“Dai una svolta alla tua vita. Impara a prendere decisioni con coraggio!”. Ecco questo, unito alla foto che vedi sotto, è il claim di un importante player di settore. Ecco, a me ha stancato. La retorica del coraggio, del “se vuoi, puoi”, del sogno. È sbagliata.
Non è vero che se vuoi, puoi, non è vero che se ci credi, riesci, non è vero che bisogna inseguire il sogno.
O, meglio, io parlo per la parte di cui mi occupo io, ossia le decisioni. Per prendere decisioni ottime di lungo periodo non serve il coraggio. Non basta il coraggio. Serve competenza. Il coraggio può essere un buon contorno, di colore. Ma, per dirla da matematico, la condizione necessaria è la competenza.
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Chiaro che ti vendono il coraggio. Il coraggio non si insegna. E comunque è più facile parlare di coraggio che di matematica. La matematica bisogna saperla.
Il coraggio, un po’ come l’istinto, te lo ricordi solo quando le cose vanno bene. E proprio come l’istinto non ti permette di avere chiaro il perché di un tuo successo e ti porta a replicare un’azione solo perché è stata vincente in quella precisa situazione lì. Non ti insegna. Anzi, rischia di spingerti nel baratro.
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Istinto vs logica è uno dei temi che affronto durante i workshop Pokertalk. Ed è un confronto con la classe perché nel processo decisionale di un Poker Player l’istinto non deve esistere. Ma magari fuori dal tavolo è diverso…
(prosegue dopo il quote della settimana)
Ma oggi rimaniamo sul tema coraggio. Anche perché è un po’ di tempo che chiudo le sessioni di Poker Model Live con una storia un po’ diversa. Che profuma di coraggio, ma in realtà parla di competenza e decisioni. A livello Super Saiyan.
Bella cosa avere coraggio eh, ma avere competenza è più bella ancora.
Dice David Sklansky raccontando la storia del Capitano Chesley Sullenberger che appena decollato dall'aeroporto di New York si è ritrovato con entrambi i motori fuori uso riuscendo però ad ammarare sul fiume Hudson (storia incredibile da cui han tratto anche un film nel 2016, "Sully", con Tom Hanks, girato da Clint Eastwood).
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Non è in dubbio che il Capitano Sully abbia avuto coraggio. Ma il fatto che avesse passato gli ultimi 20 anni della sua vita a studiare per prepararsi a risolvere problemi ed emergenze del genere analizzando ogni possibile eventualità l’ha aiutato un po' di più. Aiutato lui e tutte le persone su quel volo.
“Se Sully avesse avuto meno coraggio sarebbe diminuita soltanto la grandiosità del suo gesto. Ma se avesse studiato con meno fervore le teorie dell'aeronautica, probabilmente, sarebbero morti tutti”. (Sklansky)
Questa storia mi è tornata in mente anche perché pochi giorni fa su LinkedIn un contatto ha commentato un mio post su Decision Making & Poker sottolineando come ci trovasse analogie col mondo dell’areonautica in cui stava facendo esperienza. Su come alcune attività fuori dal nostro quotidiano ci portino vantaggi e insegnamenti dentro il nostro quotidiano. Cito:
Credo che queste esperienze siano fondamentali, qualunque lavoro tu svolga. Potenziano le capacità di relazionarsi/comunicare, la pianificazione a breve, visione per obiettivi, il problem solving ...il tutto fuori dalla routine quotidiana che opacizza la visione delle cose.
Vero. E penso tranquillamente che, se parliamo di processi decisionali, il pilota d’aereo credo sia l’unico Manager al mondo che risponde al 100% di ogni sua decisione, giusta o sbagliata che sia. E, se sbagliata, paga in prima persona. Altro che un check raise in bluff!
(prosegue dopo il notes)
Per chiudere sul tema coraggio, competenza e decisioni… ricordo un altro film: Indiana Jones e l’Ultima Crociata. Te lo ricordi?
Il buon Indi si ritrova col padre morente a dover risolvere le 3 prove di Dio per arrivare al Santo Graal. Questo avrebbe salvato lui, il padre e, probabilmente, l’umanità. Come è andata?
Riguarda il film e poi dimmi se, quando schiva le lame inginocchiandosi, quando risolve il quiz della parola, quando si lascia cadere nel vuoto e quando sceglie (sceglie!) il calice da cui bere l’Acqua Santa che 5 secondi prima ha dato la morte istantanea al suo nemico nazista (meno coraggioso e molto più scemo), lo abbia salvato il coraggio o si sia affidato all’intelligenza, alla logica, alla competenza, agli studi, suoi e del padre.
“Idiota, in latino Geova comincia con la I”.
✏️ Matteo | Pokertalk Chipcount: perché nello studio e formazione personale e professionale every chip counts.
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Vero, vero, vero. Anzi, comincio a credere che sia un approccio anche più nocivo di quello che sembra