Chips 15 | Quella volta che ho insegnato a un Pro di Golf a bluffare (per dominare gli avversari)
Non ci credi? Ascolta cosa mi è successo.
Seguendo professionalmente una giovane golfista ho scoperto le innumerevoli affinità che il Golf ha col Poker. Del resto sono tonnellate le informazioni che un golfista deve processare prima di "𝐝𝐞𝐜𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞" come tirare: il vento, la pendenza, la mazza, etc... anche se l'aiuto che il team della professionista mi ha chiesto riguarda più la "𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞" dell'avversario, che tendenzialmente subisce in maniera eccessiva tanto da comprometterne la performance.
(prosegue dopo la quote della settimana)
“Ma come? A golf giochi da solo mica contro gli avversari”. Mi dirai. E, si, anche io di primo acchito ho reagito così. In realtà questa cosa è vera fino a un certo punto. Sì, è vero, quando colpisci la palla non c’è nessun avversario, chessò una specie di portiere, che si adoperi per impedire che la tua palla arrivi in buca. Non c’è un impedimento fisico. Ma psicologico, fortissimo. Sì, psicologico. Non giochi contro fisicamente, ma sei fisicamente sul campo insieme ai tuoi avversari. Perché il giro delle buche lo fate insieme e anche se non vi scontrate la presenza di un’altra persona vicino a te può generare una forte pressione psicologica su di te.
Nel caso specifico mio, la ragazza subiva emotivamente la presenza di giocatrici di Ranking superiore al suo. Il solo sapere che sarebbero state sul circuito con lei la destabilizzava a tal punto che, benché nessuna di esse interferisse fisicamente contro i suoi colpi, lei giocava peggio. Perdeva un paio di tacche di performance.
Gestire le persone, chi hai di fronte, di fianco, sotto, sopra, non farsi dominare, anzi dominare, gestire l’emotività in modo che non abbia peso sulle proprie decisioni e performance è esattamente quello che deve saper fare un giocatore di Poker ed è esattamente una parte di lavoro che fa un Coach di Poker e quindi il Team Manager di questa giovane professionista ha pensato di chiamarmi e ricordo nitidamente che quello che mi disse fu “Matteo, lei è giovane, è molto forte, ha talento, ma subisce troppo le avversarie, magari se le insegni a bluffare o perlomeno la Poker Face….”.
In realtà abbiamo fatto molto di più.
Lavoro spesso con gli sportivi e mi piace particolarmente, un po’ perché amo molto lo sport e un po’ perché mi piace poi seguirli sul campo. E, sì, il Poker Model può aiutare a imparare a gestire il contesto e le persone, dominare le proprie emozione e spostare la pressione sull’altro da sé.
(prosegue dopo la foto)
Per chiudere questo articolo su golf, Poker, decisioni, allenamento, studio, performance ti voglio riportare un bell'aneddoto ricamato sul tema fortuna-successo-lavoro, con protagonista Gary Player, un ex golfista sudafricano:
"Durante un importante torneo, il grande giocatore di golf Gary Player si ritrovò in una buca di sabbia. Era necessario, quindi, un tiro particolarmente difficile. Ripassò mentalmente il colpo un paio di volte, si concentrò, e la mazza baciò dolcemente la pallina. In uno spruzzo di sabbia, la pallina volò verso il cielo, rimase sospesa per un attimo in aria, cominciò a scendere, rimbalzò due volte e si fermò a mezzo metro dalla buca.
Mentre si dirigeva verso il green, dopo il tiro, uno spettatore gli urlò:
«Ehi, Gary, questo è stato proprio un tiro fortunato»
Gary Player si fermò e si voltò verso l'uomo:
«Immagino che tu abbia ragione. Ma sai, è buffo: 𝐩𝐢ù 𝐦𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧𝐨 𝐩𝐢ù 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐮𝐧𝐚𝐭𝐨».
Più mi alleno, più divento fortunato.
✏️ Matteo Fini | Pokertalk Chipcount: perché nello studio e formazione personale e professionale every chip counts.
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