CHIPS27 | In Giappone insegnano il Poker ai bambini.
E no, non è uno scandalo: è una lezione.
Premessa: ringrazio i ragazzi di Grinderlab e il mitico Carlo Savinelli che mi han fatto scoprire questa notizia incredibile. Al Japan Open Poker Tour si è tenuto il primo evento dedicato a bambini e ragazzi tra 6 e 15 anni.
Se segui Pokertalk sai che mi capita di andare nelle Scuole a parlare di Giochi di Abilità e Giochi di Azzardo per sensibilizzare sul tema. Ma se un giorno in una scuola elementare mi chiamassero a tenere un corso sulle decisioni usando il Poker sarebbe una figata assurda.
🎌 INTRO
Immaginate di entrare in una classe elementare. Lavagna, zaini colorati, vociare allegro. E al centro dell’aula… un tavolo da Poker.
Sì, hai letto bene. In Giappone ci sono scuole dove si insegna il Texas Hold’em ai bambini.
E sai qual è la cosa sorprendente? Non lo fanno per insegnare a vincere soldi, ma per insegnare a ragionare meglio. I soldi, o qualunque obiettivo, sono una conseguenza.
Benvenuti nel futuro. O forse… benvenuti nel vero valore del Poker.
(prosegue dopo la foto)
♠️ Non si gioca d’azzardo. Si gioca di testa.
In Occidente il Poker è ancora vittima di un’etichetta stantia: gioco d’azzardo, rischio, perdizione. Un po’ colpa dei film di Celentano che tanto ci piacciono.
In Oriente, invece, qualcuno ha capito la verità: il Poker è una palestra mentale.
Una scuola di pensiero. Un laboratorio decisionale. Del resto quando si parla di pensiero, di mente, l’Oriente è sempre in prima fila.
In quelle classi giapponesi non si parla di all-in, ma di decision making.
Non si insegnano bluff, ma empatia, gestione del rischio e lettura del contesto.
Ogni mano è una micro-simulazione di vita reale, dove i bambini imparano a:
Gestire l’incertezza
Controllare le emozioni
Accettare la sconfitta
Riconoscere i segnali deboli negli altri
Calcolare il valore atteso delle proprie azioni
Più che una lezione di carte, è una lezione di crescita personale. con buona pace di Big Luca, Thomas Macorig e compagnia araba.
(prosegue dopo la foto)
♥️ Il Poker come strumento educativo: lo diciamo da sempre
Al Pokertalk lo diciamo da tempo: il Poker, se usato nel modo giusto, non ti rovina la vita. Te la migliora.
Non è un gioco per diventare ricchi. È un gioco per diventare più lucidi, più strategici, più consapevoli.
I bambini giapponesi imparano a pensare a più livelli. A non reagire d’impulso.
A fare una cosa che noi adulti fatichiamo ancora a fare: fermarsi a riflettere prima di agire.
E se lo impari da piccolo… beh, il mondo ti sembra subito un po’ più chiaro.
♦️ Poker a scuola? Ecco perché ha senso
Mettiamo da parte per un attimo i pregiudizi. E pensiamoci davvero.
Insegniamo ai bambini scacchi, coding, robotica.
Allora perché non anche Poker come arte della scelta?
Non parliamo di soldi, ma di abilità trasversali:
♣️ La vera domanda non è “Perché insegnare il Poker ai bambini?”
…ma “Perché NON lo stiamo facendo anche noi?”
In un mondo dove tutti corrono, dove l’attenzione dura 3 secondi, dove il fallimento è vissuto come un dramma… forse il Poker è proprio l’antidoto di cui abbiamo bisogno.
Il Giappone ha avuto il coraggio di provarci.
E noi?
Noi possiamo iniziare a cambiare il modo in cui raccontiamo questo gioco.
Possiamo usarlo per formare manager, studenti, imprenditori.
O, semplicemente, persone più consapevoli.
Una sconfitta ben letta. Un errore capito. Una lezione metabolizzata.
Questo è il vero potere del gioco.
🔔 Entra anche tu in questa nuova mentalità.
Se anche tu credi che il Poker sia più di un gioco, entra nel mondo di Pokertalk.
La scuola di pensiero dove si impara… a stare al tavolo della vita.
✏️ Matteo Fini | Pokertalk Chipcount: perché nello studio e formazione personale e professionale every chip counts.